Bartolomeo “Bart” Lanzarone, uno dei pionieri italiani del CrossFit, owner di Reebok CrossFit Alcamo e ideatore del Sicily Throwdown intervistato da WodNews, la sua visione del CrossFit, della Community Italiana e delle Competizioni.
Come ti sei avvicinato al CrossFit e quale è il tuo background sportivo di provenienza?
Nasco come atleta di Power Lifting e trainer di sollevamento pesi FIPE. Negli anni 90 ho gareggiato per circa 10 anni, anche nel body building, dal 91 sono stato responsabile di un centro di fitness durante questo periodo ho smesso l’attività agonistica. mi sono occupato di varie forme del fitness non soddisfatto di ciò che poteva offrire; nel 2008 mi sono imbattuto in CrossFit per una serie di concomitanze, ho capito subito che era uno sport che poteva dare tanto per cui ho iniziato a sperimentare aiutato da Adriana Grassi Owner Coach di CrossFit Hardcore Florida, e grazie a lei ho investito in questo progetto. Nel 2009 ho partecipato alla prima certificazione italiana, una volta svuotata la palestra da tutti gli attrezzi ormai superflui ho affiliato il box, nasce così CrossFit Alcamo.
Perché hai deciso di credere così tanto nel CrossFit da essere diventato uno dei pionieri in italia? E poi portare una disciplina così innovativa in una terra di tradizione come la sicilia è stato un rischio doppio?
Devo ammetter che ciò che mi ha incuriosito di più di questo sport è stato lo stretto riferimento a ciò che già praticavo da molto tempo posto in maniera innovativa e completa, grazie anche ai molteplici contatti telefonici con Adriana ho fiutato la possibilità di praticare diversi sport e di allenare al meglio tutto il corpo in un’unica sessione. Agli inizi, usando come cavie alcuni miei clienti, sono stato preso per pazzo sia per la tipologia di allenamento che per lo stravolgimento dell’attrezzatura, questo rifiuto stranamente mi ha dato quella spinta che mi serviva per vendere tutti gli attrezzi relativi al Fitness e trasformare una GloboGym in un Box CrossFit.
Essere un flagship box Reebok cosa significa?
Sono consapevole che senza la Reebok Italia non sarei potuto arrivare così in alto, loro non mi hanno mai fatto mancare il supporto di cui avevo bisogno, sento di avere una sorta di responsabilità nell’essere il rappresentante ambivalente di due grandi nomi quali: CrossFit e Reebok.
Cosa consigli a chi oggi vorrebbe aprire un box?
Devi sapere che ancora oggi ricevo telefonate da parte di ragazzi che chiedono consigli riguardanti l’apertura di un box tutti i pro e i contro; la mia risposta consta di 4 punti fondamentali:
- Conseguire la certificazione
- Costruire l’esperienza necessaria a tenere delle classi
- Richiedere l’affiliazione ed attuarla ( cosa che molti non fanno)
- Mettere al primo posto la passione per ciò che si fa, la massima professionalità nell’insegnamento, e non mirare subito al business che come dice Glassman: verrà successivamente.
Come hai visto crescere la community italiana del crossfit?
Se penso che nel 2010 eravamo in 3-4 box affiliati ed eravao considerati pazzi, mi entusiasmo ancora nel constatare che siamo cresciuti in maniera vertiginosa raggiungendo i 300 box affiliati e più.
Quindi potrei paragonare la nostra community italiana ad un arcobaleno composto da tanti colori, sarà perché l’Italia è estesa in lunghezza con due grandi isole?!
Il sicily TD è stata una delle prime competizioni in italia, come mai sei stato uno dei pionieri anche nelle organizzazione delle gare?
Il mio background organizzativo, (eventi fitness internazionali con la presenza di numerosi presenter molto famosi), mi ha permesso di realizzare il primo Sicily svolto nel parcheggio del box prendendo spunto dalle prime edizioni dei Games.
Qual è l’elemento più importante per organizzare una gara di successo?
L’organizzazione di una gara di successo non si può ridurre ad un solo elemento ma l’importante è mettere passione dedizione e professionalità. Il mio impegno personale per il Sicily inizia a Gennaio per poi concludersi a fine Giugno, posso affermare che non passa un giorno di questi 6 mesi in cui non cerco qualcosa di innovativo da proporre agli atleti.
Perché secondo te sono diventate così tante in italia le gare in questo periodo? È un bene o un male?
Potrei risponderti che è un bene. Purtroppo l’accavallamento di date fa si che tanti atleti italiani sembrino schegge impazzite che rimbalzano ogni settimana su e giù per l’Italia. Io, per anni, ho proposto di realizzare una piattaforma comune. Per pianificare tutti gli eventi in maniera ordinata, con un tempo di stasi tra un evento e l’altro, per il bene degli atleti che per me rimane l’elemento fondamentale della competizione.
Hai avuto modo di leggere la mia lettera aperta agli organizzatori di gare in italia? (https://www.wodnews.it/le-gare-crossfit-italia-la-mia-impressione-personale/) c’è qualcosa di quello che ho scritto che condividi e qualcosa su cui ti trovi in disaccordo?
Concordo in tutto ciò che hai scritto. Infatti, molte delle mie riflessioni avvalorano la tua tesi. Solo una nota sugli scaled in Italia: per evitare i “finti scaled” noi organizzatori dobbiamo curare gli esercizi che riportiamo nei WOD, sia di qualifica che in gara, centrando appieno il significato dello Scaled.