Batman e Joker, Ali e Frazier, Superman e Lex Luthor. Ogni grande eroe ha bisogno di una nemesi per spingersi oltre e superare i propri limiti. Chi è il vostro?
Per quanto possa sembrare sgradevole, hai bisogno di quella persona. Perché? Perché ti rende migliore.
1. Un rivale ti rende migliore
Ci sono diversi elementi nell’allenarsi con il CrossFit che differiscono da quelle forme di allenamento più “tradizionali”. Gli obiettivi di fitness sono più ampi e l’allenamento riflette questa realtà.
I CrossFitter spesso dicono di avere ancora così tanto da imparare, che si parli di skill, di lift, di movimenti… Aggiungeteci la necessità di imparare ad osservare una corretta forma di alimentazione, di badare alle nostre mani callose ed essere parte della community. Impariamo anche skill psicologiche, come controllare le nostre menti, le paure, le insicurezze e la voce che grida “Basta!”. Questo in particolare diventa caratteristica degli atleti vincenti nel CrossFit ad ogni livello.
Tuttavia, quello che davvero fa la differenza nello sviluppo delle nostre abilità fisiche è qualcosa che avviene naturalmente nel CrossFit anche qualora non ce ne rendessimo conto: la competizione. Quando correte sul tapis roulant di una qualsiasi palestra, di certo non vi siete mai messi ad immaginarvi nel mezzo di una gara con la persona accanto a voi. Non ho mai visto le signore immerse nelle piscine di acquagym sfidarsi all’ultima rep con il dumbell di spugna. Al massimo, quello che si ottiene in questo tipo di contesti è uno scontro di ego, ma molto di rado si ha a che fare veramente con lo spirito di una competizione.
2. Un rivale ti aiuta a spingere di più
Nel CrossFit, l’elemento competitivo è esplicito ed accettato. Noi, ogni volta, competiamo attivamente contro noi stessi e gli altri e ci si aspetta che chiunque oltrepassi la porta del box faccia lo stesso. Possiamo tutti serenamente concordare che il testa a testa con qualcuno ci spinga a dare di più, durante l’allenamento. Recentemente è stato anche dimostrato come l’essere a conoscenza dei buoni risultati conseguiti da qualcun altro nello stesso workout ci porti a lavorare più duramente.
I ricercatori hanno chiesto a due gruppi di mantenere il più a lungo possibile un Plank Hold, seguito da un rest e poi da un altro Plank Hold. Ad uno dei due gruppi, durante il riposo, è stato detto che l’80% delle persone in condizioni simili alle loro erano in grado di mantenere il Plank Hold più a lungo di quanto avessero fatto. Dopo il secondo Plank Hold, le differenze di durata tra i due gruppi sono state significativamente a favore del gruppo il cui spirito competitivo era stato provocato dai ricercatori. È senz’altro difficile capire quale processo interno possa aver causato al gruppo “provocato” di rendere sensibilmente più dell’altro, ma senz’altro qualcosa di legato all’essere a conoscenza di come gli altri avessero reso ha spronato questi atleti ad ottenere di più.
3. Abbiamo bisogno di quel rivale
Quella donna o quell’uomo, la persona con cui ci sentiamo in competizione, che sia anche fuori dalla nostra portata come un atleta dei Games oppure il nostro eroe di zona. Sapere quali risultati abbiano ottenuto ci porterà a voler raggiungere e superare quel risultato. Ogni giorno godiamo dei benefici derivanti dalla sana ed aperta competizione al box. I tempi scritti sulla whiteboard, sapere quanto stiamo facendo in paragone a quello che gli altri hanno fatto prima di noi, sono stimoli a fare sempre di più, a migliorarci costantemente. E questa è la chiave del discorso, il nostro scopo è essere in forma ed in salute, anche se non spodesteremo mai Rich Froning dal suo posto sul podio.
4. Evitare l’elemento competitivo del CrossFit
Anche se ancora non si hanno le performance di un RX, è fondamentale essere coinvolti nella mini-competizione quotidiana del proprio box. È parte della grande transizione che porta dal dover rendere conto solo a se stessi ad avere il tempo del proprio WOD scritto su una whiteboard insieme a quello degli eroi del box. Soprattutto se credi di non aver fatto abbastanza. Nel CrossFit ci si abitua a vivere fuori dalla comfort zone, tanto fisicamente quanto mentalmente. Cos’è che dovrebbe preoccuparvi nel vedere registrati e comparati i vostri risultati? Risposte come “non sono abbastanza bravo/a”, oppure “non sono abbastanza in forma”, oppure “non ho l’esercizio X” vanno prese per quello che sono: barriere da superare nel proprio automiglioramento, non fatti indisputabili.
Perciò, buttatevi nella mischia, siate competitivi, e se c’è qualcuno talmente da bravo da farvi venire la smania di superarlo, ringraziatelo.
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