Viaggio tra i Box Italiani: Tigermood CrossFit a Catania

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tigermood crossfit

Il nostro viaggio tra i box italiani inizia a Catania, in uno dei box più promettenti della città: sacrificio e dedizione sono ideali che vengono insegnati con la stessa importanza dei “fondamentali”.

 

Rubrica a cura di Gianni Forlastro

Siamo finalmente online con la prima tappa del nostro viaggio presso i box Italiani, con cui tenteremo di entrare (e farvi entrare con noi) e stringere la mano ai titolari di box, competitors o semplici praticanti di quello che pensiamo essere lo sport più completo al mondo.

Oggi siamo a Catania, splendida città Siciliana bagnata dal mare e dal centro storico dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’umanità.

In questo meraviglioso panorama abbiamo incontrato Antonio Rubbino, fondatore del TigerMood CrossFit che, insieme al fratello Mario, hanno aperto il loro box nel 2014.

Ma nonostante siano passati solo 3 anni dall’apertura, il box può contare 4 trainers certificati in modo che possano sempre garantire un loro punto fermo: “Un trainer ogni 10 utenti”.
Abbiamo chiesto ad Antonio di darci una sua opinione sulla situazione italiana del CrossFit, ed ecco cosa ci ha raccontato. 

Ciao Antonio e grazie mille per il tempo che ci stai dedicando.


Ciao a tutti, e grazie a voi di WodNews per questa meravigliosa opportunità: siamo felici di incontrarvi!

Abbiamo visto alcuni vostri atleti gareggiare alle recenti Fall Series, e in particolare l’ottima prestazione di Davide Puglisi, classificatosi secondo nella categoria JUNIOR 18-21. Quanto vi impegnate ogni giorno per far crescere nuove promesse in questo sport? 

Le Fall Series erano un nostro obbiettivo da tempo, attendevo solo che sia io che loro fossimo abbastanza pronti, lo siamo stati e ci siamo portati a casa ottimi risultati.

Davide Puglisi lo conoscevo già da prima dell’apertura del box e della nostra programmazione chiamata “Warrior Gene” Competitor Program: abbiamo accuratamente studiato una preparazione rivolta alle gare, con allenamenti mirati per l’incremento costante della performance e dei carichi.
Nonostante Davide sia sempre stato molto forte, aveva poca stamina ed una “mente atletica” ancora grezza.
Ci siamo allenati duramente, puntando molto su resistenza e stamina, massimali eseguiti dopo violenti circuiti e con tempo molto limitato. 
Questi piccoli accorgimenti ci hanno permesso di prepararci al meglio per questa stupenda competizione.
Sono soddisfattissimo del suo progresso e tutto il gruppo che ho a disposizione, molto unito e umile: sono dei ragazzi magnifici e di questo devo essere grato alle loro famiglie.

I vostri competitors, soprattutto quelli più giovani, quanto riescono a comprendere il sacrificio che devono fare per raggiungere alti livelli? 

Cerco sempre nuovi “fuoriclasse”, ma qui da noi è molto difficile.
Il sacrificio, l’impegno e le spese che il CrossFit agonistico richiede non vanno molto d’accordo con le difficoltà economiche che troviamo qui al sud.
La situazione non è delle migliori ed il livello mondiale è alto, molto alto.

Per intraprendere l’attività agonistica e stare al passo con gli “alieni”, ci vuole tempo, ci vuole dedizione e motivazione.
Fortissima motivazione. 

Sinceramente raramente consiglio il CrossFit a livello agonistico: devo trovarmi nella condizione di avere davanti a me una persona VERAMENTE motivata e capace di annullarsi totalmente per un bene superiore che, inizialmente, sarà solo orgoglio e soddisfazione personale.

E devo dire che nonostante tutto i nostri atleti si sono sempre posizionati bene nelle competizioni più importanti:

Elena Giuffrida, distinta sempre nella sua categoria Teen, sempre salita sul podio.
Gianfranco Pagliaroto, sempre finalista in tutte le competizioni, e podio al Sicily Throwdown, quinto posto alle Fall Series di quest’ anno.
Renato Castro, podio al Sicily Throwdown.
Davide Puglisi, già lo sapete.

Nel mio piccolo, sono soddisfatto delle mie prime gare come master 35, nono posto alla Battaglia di Milano di quest’ anno e settimo posto alle ultime Fall Series.

I nostri atleti conoscono il sacrificio e la dedizione che richiede questa disciplina per competere ai massimi livelli e ne son sempre stati ripagati. Sono consapevoli che la strada è lunga e molto tortuosa, ma posseggono la maturità di concentrarsi sull’obiettivo, lasciando che dubbi e paure perdano contorni.
E hanno pazienza: sono orgoglioso di questo! 

A breve ci saranno gli Open 2018: qualcuno dei vostri parteciperà? Quando è importante prendere parte a queste competizioni? 

Open 2018. Farò partecipare tutti i ragazzi della sezione agonistica ed io, naturalmente come Master.
Gli Open sono un buon modo di capire a che livello si è nel mondo.
Dall’Italia, all’Europa, all’intero globo, anche se si è certi di non avere il bagaglio di esperienze necessaria per entrare ai Regionals.

Secondo voi, qual è la situazione del crossfit in Italia? Quanto si sta sviluppando, per quale motivo e quanto può migliorare in futuro?

Il CrossFit in Italia si è sviluppato molto rapidamente, più al nord che al sud ma, come solitamente accade, qui le cose arrivano più lentamente. 

Il futuro non saprei prevederlo, preghiamo che cresca e si capisca sia la bellezza che l’utilità del CrossFit: non vedo l’ora di poter condividere con più persone possibile, non solo i giovanissimi, questo magnifico sport.