Oggi andiamo a Chieti da Federico Giovannini, terzo alle ultime Fall Series è owner di CrossFit Mégara e in questo sport vuole lasciare il segno: Federico ci parla del suo box e dei suoi obiettivi come Competitor
Rubrica a cura di Gianni Forlastro
Ciao Federico, sappiamo che sei impegnatissimo nella preparazione degli Open e soprattutto nelle lezioni al box. Quindi innanzitutto grazie mille per questa intervista!
Partiamo subito: da quanto tempo pratichi Crossfit?
Pratico CrossFit da 3 anni e la passione per questo sport mi ha portato ad essere owner, nonché coach, di CrossFit Mégara dove ovviamente mi alleno costantemente.
Quanto ti alleni durante la settimana?
E’ più semplice dire quando non mi alleno! 🙂 Il mio day training è composto da 2 sessioni giornaliere dal lunedì al sabato. Rest la domenica.
Quanto è stato complicato, per te, riuscire ad emergere? Quali difficoltà hai dovuto superare?
Secondo me il CrossFit è meritocratico: se ti alleni con dedizione e costanza i risultati arrivano e solo grazie ad essi riesci ad emergere. La difficoltà più grande che ho dovuto affrontare è che prima di quest’ultimo periodo mi sono sempre ritrovato a fare a meno di una figura di coach che mi potesse seguire per migliorare le mie performance. Fortunatamente con OnAir Program di Andrea Barbotti ho colmato questa lacuna.
Abbiamo visto tutti l’ottimo risultato ottenuto alle Fall Series : te l’aspettavi?
Leggendo i nomi degli atleti in gara no, non me l’aspettavo. In altre competizioni mi è capitato di arrivare vicinissimo a risultati importanti ma per inesperienza o per mancata fortuna non sono salito sul podio.
Che emozioni hai provato nel vederti di fianco ad atleti come Adrian Mundwiler e Stefano Migliorini e a gareggiare fianco a fianco con loro?
E’ stimolante gareggiare con atleti che hanno partecipato ai Regionals e ai Games perché è il metro di giudizio più alto per valutare il proprio livello. Quando in alcuni wod sono arrivato davanti a loro ho provato una gioia immensa.
Nel tuo box, cosa reputi essenziale oltre, ovviamente, al duro allenamento fisico?
Prima del duro allenamento fisico ci deve essere una sana voglia di migliorarsi e soprattutto rispetto sia nei confronti del box, sia nei confronti dei propri compagni d’allenamento.
Che tipologia di utenza viene ad allenarsi? Chi vuole davvero competere o persone che vogliono solo rimanere in forma?
Il gruppo di ragazzi che frequenta il box è estremamente eterogeneo. Infatti si allenano sia atleti con l’obiettivo di competere nei vari throwdown italiani ed europei e sia ragazzi che si allenano semplicemente per migliorare la propria condizione fisica.
Con l’introduzione delle nuove regole per i Regionals, che speranza ha l’Italia di vedere il suo primo atleta ai Crossfit Games?
Cambiando le regole d’accesso gli organizzatori hanno reso giustizia al livello crescente che sta dilagando in Europa. Ciò non toglie che arrivare ai Games rimane un traguardo utopico.
Oltre te, ci sono altri competitors nel box? Quanto vi aiutate l’un l’altro durante gli allenamenti?
Il nostro team competitor è piuttosto vario ed ampio. Ho la fortuna di allenarmi con atleti giovani che hanno tanta passione e voglia di fare, senza dubbio mi danno una marcia in più nei miei DT.
Pensi che negli ultimi anni, in Italia, si siano migliorate le metodologie d’allenamento rispetto al resto del mondo? Che crescita vedi nei prossimi 3 anni?
Purtroppo non conosco le metodologie usate fuori dai confini nazionali ma in Italia c’è stato un netto miglioramento. Dall’alimentazione al programma di allenamento si ha una scelta variegata. Ovviamente è importantissimo affidarsi a persone competenti e io ho avuto la fortuna di farlo. Spero che nei prossimi 3 anni ci sia una crescita sana a livello di qualità e non di quantità.
Il tuo idolo in questo sport?
Non ho un idolo ma ammiro le persone che riescono a fare la differenza attraverso il sacrificio e la cura dei dettagli.