Intervista a Giulio Silvino

Abbiamo intervistato Giulio Silvino qualche giorno dopo l'ufficializzazione da parte di CrossFit HQ della cancellazione delle gare Age Group per i Games 2020

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Allora Giulio, innanzitutto congratulazioni per il tuo risultato negli Age Group Qualifier.
Un secondo posto che lascia l’amaro in bocca a tutti noi che avremmo voluto vederti lottare con i denti e le unghie a Madison.
Come hai appreso la notizia? Cosa hai provato?

Sicuramente una decisione del genere lascia l’amaro in bocca, specie a chi come me si trova al limite dell’ultimo anno “buono” in questa divisione per essere competitivo. Dopo i Games del 2019 dove per vari motivi non sono riuscito ad esprimere al meglio il mio potenziale, ci tenevo a riscattarmi sul campo gara di Madison ma purtroppo non sarà possibile.

Quale pensi sarebbe stata la soluzione migliore per permettere di far gareggiare anche voi e i teen vista la situazione attuale?

Un modo per addolcire la pillola potrebbe essere stata una finale on line anche se sarebbe stata tutt’altro che un confronto da Games, visto che i workout dovevano essere modulati per essere eseguiti all’interno di un box, quindi elemento come la corsa, il nuoto, OCR e ne potrei citare altri sarebbero venuti a mancare, quindi lo spirito di questa competizione sarebbe stato falsato.

Adesso come pensi di pianificare il tuo programma di allenamento nei prossimi mesi?

Insieme al mio coach Matteo Fuzzi che è l’owner della programmazione R2F stiamo continuando a lavorare cercando di personalizzare sempre di più la mia preparazione per permettermi allenarmi mantenendo il livello di performance, cercando di curare ogni aspetto, lavorando sulla giusta proporzione tra lavoro e recovery che mi permetta di non andare incontro ad infortuni e stare sempre sul pezzo.

Tre partecipazioni ai games assieme a Bernard Luzi, le ultime due concluse nella top ten della tua categoria. Una domanda che tutti ti avranno fatto sicuramente un centinaio di volte ma devo fartela.
Com’è essere li, ai Games? E soprattutto vuoi condividere con noi qualche aneddoto divertente o particolare vissuto a Madison?

I Games sono l’olimpiade del Crossfit, il sogno di ogni agonista di questo sport, qualificarsi una sola volta è già un traguardo, riuscire a partecipare per tre volte sicuramente vuol dire che anno dopo anno il nostro livello di performance è aumentato. Per quanto riguarda un aneddoto, non me ne viene in mente neanche uno, ma posso dire che in tutte e tre le partecipazioni, insieme a Coach Fuzzi, ogni giorno ce lo siamo vissuto con spensieratezza, divertendoci, ridendo di continuo, ma senza perdere di vista l’obiettivo.

Oltre ai Games hai preso parte a moltissime gare estere, e sei spesso in contatto con atleti di altri paesi. Hai notato differenze su come il CrossFit viene percepito, gestito, vissuto negli altri paesi?

Diciamo che all’estero i crossfitter, a parte quelli di livello, si prendono molto meno sul serio e vedono questo sport come un mezzo per aumentare il benessere e il proprio livello di Fitness e il senso di comunità.

E cosa pensi debba cambiare qui in Italia?

In Italia ha dato l’illusione a tutti di poter essere degli agonisti, perdendo di vista l’aspetto cruciale di qualsiasi attività fisica “il benessere”.

Stiamo vivendo un periodo che ci ha portato a radicali cambiamenti della nostra vita quotidiana e altri ne porterà, specie nei box di CrossFit.
Come vedi il futuro dei box? Come vedi questa “nuova normalità” alla quale andiamo incontro?

Bisognerà aspettare le linee guida del comitato Tecnico scientifico, vedremo un po’.

Sembra che adesso finalmente da parte delle istituzioni ci sia una percezione migliore verso l’importanza dell’attività sportiva e verso la salute dell’individuo, una consapevolezza della cultura della salute che finora è stata carente.
Come singoli membri della community, cosa possiamo fare a riguardo? Che contributo possiamo portare?

Il contributo che abbiamo dato al mondo del fitness per noi addetti ai lavori, è stato sempre rilevante, adesso non è cambiato nulla, ci stanno solo dando più visibilità in questo periodo in quanto è risaputo che l’attività fisica aumenta il benessere, alza le difese immunitarie. Quello dove il nostro paese pecca molto rispetto ad altri è l’attività fisica a livello scolastico, dove è solo di contorno, e non è strutturato in modo da inculcare una mentalità positiva per quanto riguarda lo sport nei giovanissimi.