Matteo Fuzzi, owner di Reebok CrossFit Ravenna e creatore di R2F, uno dei coach più influenti in italia ci racconta da dove nasce il suo successo, e ci mostra la sua visione del CrossFit.
Quale è il tuo background sportivo e come hai conosciuto il crossfit?
Ho praticato arti marziali per una quindicina d’anni, poi ho spostato l’attenzione e l’insegnamento allo studio alla difesa personale e proprio durante un Camp con Tony Blauer negli stati uniti ho avuto modo di provare CrossFit.
Sei uno dei trainer con più certificazioni crossfit in italia, credi molto in queste certificazioni o pensi che vadano necessariamente integrate con ulteriori studi?
Credo sia fondamentale per un Trainer o un Owner formarsi su percorsi ufficiali, ritengo infatti che questi siano sempre aggiornati e migliorati dai Coach del Seminar Staff, un nucleo di professionisti che stanno scrivendo la storia di questo Sport. I percorsi non ufficiali sono comunque molto formativi e utili allo sviluppo di questa attività se le scelte cadono su Trainer qualificati e con esperienza. La cosa più formativa da integrare al post-certificazioni è comunque una fase di tirocinio presso un CrossFit Box. In Italia manca questo passaggio ed è proprio per questo motivo, che Reebok CrossFit Ravenna lavora da anni per fornire un servizio dove poter mettere in pratica tutto il proprio percorso studi prima di aprire o lavorare presso un Box.
Quali sono le doti che un buon coach dovrebbe avere? La tua più grande soddisfazione come coach?
La dote più grande di un Coach è la capacità di trasmissione delle informazioni, ci sono persone molto qualificate che non riescono a trasmettere all’atleta il loro sapere e ce ne sono altre che riescono a insegnare qualsiasi cosa a chiunque abbiano davanti. E’ una dote rara, un connubio fra carisma, know how e esperienza. La mia più grande soddisfazione è riuscire a far fare ogni giorno cose straordinarie a persone ordinarie.
Sei stato il primo in italia a credere nel remote coaching, come hai avuto questa intuizione?
Non credo sia stata una intuizione, è stato dettato da esigenze logistiche e geografiche legate al periodo in cui il tutto è iniziato. I Box erano pochi, le informazioni troppo scarse e l’unica soluzione per seguire un atleta a 500km di distanza era farlo da Remoto. Questo ha dato origine al progetto.
R2F è probabilmente il sistema di remote coaching più seguito in italia, quale è il segreto di questo successo e cosa vi differenzia dagli altri?
Il programma viene seguito da più di 300 atleti e circa 50 Box, è nato con l’idea dello sharing, ovvero della richiesta continua di potersi confrontare con altri atleti al di fuori del proprio Box, in modo costante e metodico. Il programma è completo e scalabile per atleti di ogni livello, età e categoria; lavora su tutte le vie metaboliche richieste per creare un atleta che sia il più possibile “well rounded”. Il gruppo R2F™ cresce e si consolida come una squadra, siamo presenti in quasi tutte le competizioni Italiane ed Europee, cerchiamo di dare tutto l’aiuto tecnico possibile anche in gara a tutti i nostri atleti. Insieme è più facile! C’è chi esordisce nella sua prima esperienza e viene supportato dal gruppo e chi ha già decine di competizioni alle spalle e aiuta i nuovi arrivati. All’estero poi, quasi sempre gareggiano 3-4 atleti nella stessa competizione e quindi non sei mai solo! Differenze? Sicuramente seguire un qualsiasi famoso Coach straniero è molto “cool”, ma prendere il telefono e parlare in Italiano con il tuo Coach prima di fare il wod, risolvendo un dubbio o una problematica, è altrettanto interessante! Credo che l’Italia possa dire la sua in termini di tradizione sportiva, non ci manca nulla per riuscire anche in questo Sport!
Molti pensano che il limite del remote coaching sia quello che tutti gli atleti seguano la stessa programmazione, sei d’accordo con questa affermazione? come gestisci in R2F questo aspetto?
Se la programmazione è intelligente, modulabile e tecnicamente al passo con le richieste metaboliche del CrossFit e se alterna parti customizabili a parti fisse, la possibilità di plafonare diminuisce notevolmente. R2F™ è in ogni caso pronta a qualsiasi tipo di richiesta, organizziamo su richiesta Camp intensivi durante tutto l’anno, dove gli atleti possono essere seguiti individualmente e ci avvaliamo inoltre di un equipe di specialisti, il Team Evolution™, che collaborano direttamente con noi per venire incontro alle esigenze più individualizzate. Il contatto con l’atleta rimane comunque un passaggio fondamentale nella ricerca della performance, se lo scambio è frequente e ci sono momenti di training in supervisione, è possibile stabilire strategie per aggredire le proprie weakness o fare un triaging accurato sulle proprie necessità.
Cosa manca agli atleti italiani per colmare il gap con i maggiori atleti europei? Perché spesso non si riescono a replicare i risultati anche a livello continentale?
Gli atleti Europei che tutti conosciamo sono nella maggior parte Nordici, non a caso abbiamo appena visto dominare 3 posizioni sui podi dei Games 2015. Il perchè loro riescano ad avere simili prestazioni lo dobbiamo ricercare su due strade diverse. La prima parla di genetica, di cultura fisica intrinseca nelle loro nazioni, di sensibilizzazione alla salute e allo sport. Di questo hanno già scritto in tanti, ormai è assodato che le “dottir” e i “son” hanno una predisposizione sia fisica, ma soprattutto mentale che li contraddistinge in questo e altri sport. Non a caso i finlandesi hanno una cosa che chiamano SISU. È un insieme di spavalderia e coraggio, di ferocia e tenacia, capacità di continuare a lottare quando la maggior parte della gente si sarebbe già ritirata, e di lottare con la volontà di vincere. I finlandesi traducono SISU con “lo spirito finlandese”, ma è una parola molto più profonda, una sorta di Resilienza ma con animo Nordico. L’altra strada è quella dell’allenamento e della condivisione. Se consideriamo che 2 team ai games portavano la bandiera svedese fra decine di bandiere americane significa che loro hanno capito che occorre allenarsi insieme, ad ogni livello. Più il livello cresce e più per migliorare devo allenarmi con i forti. Loro lo fanno, ogni volta che possono, organizzandosi, spostandosi e investendoci fino in fondo. Noi no.
Allenandosi con le classi fino a che livello si può arrivare?? Quando pensi che sia il momento per un atleta di passare ad un sistema di programmazione dell’allenamento per competitors?
Le classi sono fondamentali per fornire condizionamento e bagaglio tecnico, anche a chi arriva con un background sportivo importante. Chiunque dovrebbe rimanere nelle classi fino alla completa conoscenza e gestione di tutti gli elementi del CrossFit. Se la programmazione del Box è scritta dalle mani giuste, potrebbe permettere ad un atleta di accedere a qualche competizione nazionale. Per ambire a qualcosa di più, occorre invece aggiungere volume e intensità nelle sessioni di allenamento e una classe, per natura, rispetta tempistiche e modi non sempre adatti a questo scopo.
Un atleta tra i grandissimi che ti piacerebbe allenare?
Per me sono grandissimi tutti quelli che non hanno un nome di rilievo, arrivano al Box ogni mattina e fanno il primo allenamento del giorno con la voglia di arrivare a competere ad alto livello, ogni giorno per anni, senza mai mollare. Vivo per quello.
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quando provi R2F non lo molli più…