uno dei CrossFitter più forti in Italia, ma paradossalmente uno dei meno conosciuti ai non addetti ai lavori, Riccardo Donati vanta 3 partecipazioni ai Regionals e una quarta sfuggita per pochi punti nel 2015, proprietario e Coach di Crossfit Bologna By Nativa.
Partiamo dalla fine…15.3 in quel workout degli open sei arrivato quinto al mondo, davanti a Riccardo Donati solamente Ben Smith, vincitore poi dei games, Mathew Fraser secondo, Josh Bridges leggenda vivente del CrossFit, (oltre al semisconosciuto Brad Townsend) raccontaci quella prestazione, da dove nasce e come si arriva a quel livello??
Se mi fossi reso conto di quello che stavo facendo, forse non l’avrei fatto! Il conditioning è il mio forte perché ho sempre praticato sport nei quali avere un cuore ben allenato era importante, la concentrazione e la passione hanno fatto il resto.
Quest’anno agli open hai fornito prestazioni eccellenti, se non fosse stato per il 15.1b saresti arrivato ai Regional per il 4° anno consecutivo, cosa è andato storto in quel clean&jerk? Potendolo rifare cambieresti qualcosa?
Niente di storto, ho dato il massimo sia nel 15.1a che nel 15.1b, quando sei consapevole di questo, puoi essere soddisfatto. Se mi fosse data un’altra possibilità, forse proverei con qualche reps in meno nel 15.1a per poi aumentare un po’ il carico nel 15.1b ma con i “se” e i “ma” non si va da nessuna parte.
Numeri alla mano sei uno dei migliori Competitors in Italia, perché però a livello mediatico non “personaggio” come molti altri atleti del tuo livello?
Penso che ognuno abbia il proprio carattere e il proprio modo di intendere la vita da sportivo. Io non ho mai sentito il bisogno di apparire né di avere un seguito mediatico.
Perché competi solamente agli open e non gareggi nei vari Throwdown europei??? Necessità o scelta??
Non sono un atleta professionista, ciò che mi dà da vivere è la gestione del box che ho aperto con mia sorella circa cinque anni fa, CrossFit Bologna by Nativa. Dei “Games” apprezzo la purezza della disciplina, cosa che non sempre è possibile apprezzare nei vari Throwdown.
Cosa si prova a confrontarsi ai Regionals con i migliori atleti in Europa?
L’esperienza è molto bella, non tanto per il confronto con gli altri, quanto per l’opportunità di mettersi in gioco seriamente, di sfidare sé stessi.
Come è cambiato il CrossFit dalla tua prima partecipazione ai Regionals ad oggi?
Sicuramente l’asticella sta salendo sempre di più di anno in anno, grazie anche alla maggiore diffusione del CF e del business che ne consegue.
Qual è l’atleta incontrato ai Regionals che ti ha maggiormente impressionato in questi anni?
Indubbiamente Mikko Salo perché lo sento molto vicino al mio modo di intendere la figura di uno sportivo vero, molto attento al risultato e non all’apparire. Un’altra cosa che ho apprezzato di lui, è che dopo i tre giorni di Regionals, si è fermato ad aiutare i volontari a sistemare.
Pensi che la riorganizzazione delle “regioni” di quest’anno che ha unificato l’Europa al Medio Oriente abbia reso agli atleti Italiani più difficile la qualificazione ai Regionals avendo ridotto gli slot a 30?
Sì, certamente.
Torniamo agli inizi, cosa ho letto che hai un passato sportivo nell’Atletica Leggera e nella Thai, chi, o cosa ti ha fatto avvicinare al CrossFit?
Ho conosciuto i Kettlebell e, per caso, guardando video su you tube, sono finito sul sito di CF ed ho cominciato a fare i wod proposti rimanendo colpito dall’efficacia del metodo.
Ti alleni programmando da solo la tua preparazione o ti affidi ad un coach?
No, mi alleno programmando da solo perché così, conoscendo bene le mie debolezze, posso massimizzare il lavoro che svolgo.
Prima di insegnare CrossFit ti sei laureato in scienze motorie e hai esperienza di molti anni come Personal Trainer, cosa ne pensi del sistema CrossFit che rende accessibile a tutti l’insegnamento solamente dopo un corso teorico di un weekend?
CF non rende accessibile l’insegnamento dopo due giorni di corso! Ci sono raccomandazioni di insegnare prima ad amici e parenti, una persona alla volta, e poi andare gradualmente ad ampliare l’orizzonte. Certo, è lasciato tutto al buon senso delle persone, ma il vero problema è che in nessun paese ci sono normative specifiche sulla professione di allenatore sportivo.
CrossFit Bologna by Nativa, come riesci a coniugare il tuo ruolo imprenditoriale con quello di coach e atleta?
Naturalmente non sono da solo, io e mia sorella Elisa ci siamo divisi i compiti all’interno della nostra associazione sportiva, in questo modo ho più tempo da dedicare allo studio, alla programmazione ed ai miei allenamenti mentre lei si occupa dell’amministrazione e della gestione del box.
Che consigli dai a una persona che vorrebbe aprire un box CrossFit
Gli consiglierei di puntare sulla qualità del servizio e sulla passione, senza farsi trasportare dalla moda del momento.
Quale è l’errore che un coach dovrebbe evitare?
Sicuramente l’errore di sentirsi “arrivato”, perdere la voglia e l’umiltà di sperimentare e di studiare.
Come si sta evolvendo la community del CrossFit in Italia, quali sono ancora i suoi problemi e quali invece le iniziative che la stanno maggiormente aiutando a crescere?
La community in Italia rispecchia il nostro provincialismo: non c’è in realtà tutta questa coesione anzi, molte invidie e pettegolezzi. Troppi. L’organizzazione di eventi, il giocare ancora insieme in competizioni organizzate con serietà e serenità, credo siano l’unica ricetta utile al rilancio della community. Credo comunque che ultimamente i box italiani stiano lavorando bene in questa direzione.
So che segui un regime alimentare vegano, da dove deriva questa scelta, e che impatto ha avuto sulle tue performace?
Sì da gennaio ho abbracciato il veganesimo con l’aiuto di un nutrizionista esperto. Il motivo? Cercare di vivere in questo mondo col minore impatto possibile sugli animali e sull’ambiente in primis, poi anche per la mia salute. La mia performance è stabile e nel lavoro di conditioning mi sento meglio: posso sopportare più a lungo livelli di acido lattico e quindi di fatica/intensità più elevati.
Quali sono i tuoi obbiettivi agonistici per il prossimo anno??
La prima in calendario è “The super Team Cup” a Londra in ottobre e poi aspetterò di trovare qualche stuzzicante proposta anche se cercherò di competere sempre di più in team perché è sicuramente più divertente.